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Social media marketing: vietato farne a meno

In cosa consiste? E’ davvero necessario? Ecco le risposte!

I social network, si sa’, sono utilizzati da moltissime persone.

Facebook, Twitter, Instagram e Youtube (sì, è un social network anche lui) su tutti, vantano un bacino di utenza davvero notevole, un’utenza fatta di persone che potrebbero essere interessate ai nostri prodotti o servizi, al nostro marchio, alla nostra azienda.

Per questo motivo è ormai fondamentale attuare una strategia di social media marketing ben costruita per la propria attività.

Ma cos’è nel dettaglio il social media marketing?

Social media marketing

Il social media marketing non è nient’altro che l’insieme di attività che svolgiamo sui social network.

Queste attività però non devono essere casuali:

si punta sempre a rafforzare uno o più punti specifici, che possono essere il rafforzamento/affermazione del brand, promozione dei prodotti o semplicemente la creazione di connessione con gli utenti (mi viene in mente per esempio l’assistenza clienti sui social).

La creazione di una strategia di social media marketing non è, come è spesso comune pensare, cosa per tutti.

Spesso si commette l’errore di prendere un po’ sotto gamba questo aspetto, affidandosi al “cugino” di turno o al fai da te:

niente di più sbagliato!

Una strategia errata può portare a generare l’effetto contrario, ovvero una cattiva pubblicità online (l’approccio sui social media è molto delicato e va studiato e curato nei minimi dettagli).

Sono diverse le figure che lavorano alla strategia:

dallo strategist (che ha il compito di creare una strategia efficace), al content editor (che si occupa di creare i giusti contenuti, capaci di coinvolgere l’utenza), fino ad arrivare al Social media analyst (colui che analizza i dati della strategia).

Sono tutte figure altamente specializzate, che non hanno nulla a che fare con il “cugino” di turno ed il “fai da te”.

Social media marketing di successo: la comunicazione più efficace

Ci sono diversi aspetti che differenziano la comunicazione sui social da quelli più tradizionali.

Innanzitutto sui social saper “ascoltare” è importante tanto quanto il saper “parlare”.

Pensiamo un attimo alla pubblicità che passa in tv:

uno spot pubblicitario di un’automobile in prima serata verrà trasmesso ad un pubblico molto vario.

Tra questi ci saranno persone che non hanno la patente, altre che hanno appena acquistato un’automobile e quindi non interessati ad approfondire l’offerta, persone anziane che non sono in grado di guidare e via dicendo.

C’è da aggiungere che questo tipo di comunicazione è “passiva”, ovvero lo spettatore la “subisce” senza opportunità di interagire (se non quella di  interromperla, cambiando canale!).

Come puoi notare, in questo caso la comunicazione è molto generalista, non segmenta il proprio pubblico in nessun modo e non crea connessioni dirette.

Sui social abbiamo uno scenario totalmente diverso.

Possiamo intercettare il nostro pubblico, interagire con esso e creare connessioni.

Un esempio pratico.

Se il nostro intento è quello di creare connessioni con un’utenza interessata all’abbigliamento per bambini pre-adolescenti , potremo tracciare, tramite campagne studiate ad hoc, la nostra “buyer personas” (il nostro cliente ideale).

In questo caso andremo a proporre il nostro brand o i nostri prodotti a genitori con figli di età compresa tra i 10 ed i 13 anni, magari restringendo il raggio di azione alla zona della nostra attività (nel caso di uno store fisico).

In questo modo non solo avremo persone potenzialmente interessate a ciò che offriamo, ma potremo anche interagire con queste (forma di comunicazione attiva).

Risulta inconfutabile che una comunicazione del genere, se ben pianificata, ha molte più probabilità di successo a parità di budget.

Spesso sento affermare “la pubblicità in tv porta grandi risultati”, il che è anche vero, ma ti sei mai chiesto quanto costa uno spot in tv?

Se la stessa cifra venisse investita in una buona strategia di social media marketing (lontana da cugini e fai da te), i risultati sarebbero straordinari!

I numeri contano… fino ad un certo punto!

Si è sempre convinti che ciò che conta sia il numero, più fan/seguaci si hanno, maggiori saranno le connessioni, le interazioni e, di conseguenza, maggiori saranno i benefici per il nostro business.

Tutto ciò non è assolutamente vero, specialmente nel mondo dei social network!

Il segreto di una buona strategia di social media marketing non sta nella quantità, ma nella qualità.

Prendiamo come esempio Facebook.

Avere una pagina con 10.000 fan, magari acquistati da chissà quale sito (sì, c’è ancora chi acquista i “mi piace” su Facebook, ma anche e sopratutto su Instagram), ai quali interessa poco o nulla del nostro brand, sarà molto meno produttivo rispetto ad averne 1000 interessati e ben targetizzati.

L’algoritmo di Facebook penalizza le pagine con tanti fan e poche interazioni, ciò significa che avere migliaia di fan non interessati al nostro brand/prodotto, non solo non porterà nessun beneficio, ma potrà addirittura penalizzarci!

La qualità sui social vince sulla quantità, questo è un dato di fatto da tenere bene a mente.

Panoramica social

Come ultimo step, vediamo quali sono i social network più influenti in rete.

Facebook

facebookFacebook è il re dei social network, quello con un bacino di utenza più vasto (chi non usa Facebook?).

Oltre ad essere il più usato, è anche quello con una maggiore varietà di contenuti.

Mentre su altre piattaforme si predilige un determinato approccio, su Facebook i contenuti variano molto tra testuali, immagini e video.

Certo, il trend dei video che ha investito il 2017 si fa sentire anche sul social a tinte blu, ma anche i post più “classici” hanno ancora molto da dire (basti pensare all’implementazione del testo con sfondo colorato).

E’ comunque di dovere segnalare che immagini e video hanno sempre un potenziale di engagement maggiore rispetto a qualche riga di testo, in qualsiasi social.

E’ il social ideale per sponsorizzare i post:

permette una targetizzazione precisa ed ha un ottimo rapporto risultati/investimento.

Twitter

twitterTwitter è famoso per i suoi 140 caratteri:

da una parte un pesante limite per esprimere i propri concetti, le proprie idee, ma dall’altro un elemento caratteristico che ha forgiato le fortune di questo social network.

Qui i contenuti testuali hanno ancora un grandissimo impatto, quasi al pari di immagini e video.

Rumors di settore indicano che l’azienda stia pensando di rimuovere (o aumentare) il limite di caratteri disponibili per i post:

il tempo ci darà risposte più concrete ed affidabili!

Controverso il discorso sponsorizzazioni:

su Twitter gli ads hanno sempre faticato a decollare, e, tutt’oggi, non sono in grado di fronteggiare il re dei social network (Facebook).

Instagram

instagramInstagram è uno dei social che più si caratterizza per tipo di contenuti:

le immagini sono il cuore della piattaforma (così come i suoi famosissimi “filtri” per, appunto, le immagini).

Patria di influencer, Instagram è il posto dove fare marketing attraverso le persone, in quanto i risultati delle sponsorizzazioni (ads), attualmente, risultano essere meno performanti (in termini di risultati per la crescita del business) rispetto a quelli che si ottengono su Facebook.

Linkedin

LinkedinIl social network “del lavoro”, che però, complici anche gli ultimi aggiornamenti grafici e non, ora strizza l’occhio anche ad un pubblico meno “professionale”.

Questo Social è molto apprezzato nel mondo del lavoro, infatti nasce per creare connessioni tra professionisti ed aziende, ed è, ad oggi, la piattaforma più utilizzata per condividere iarticoli/contenuti da blogger e creator dei settori più vicini al marketing e/o al mondo del business.

 

Youtube

youtubeMolto più di un semplice “contenitore di video”:

Youtube è un social network a tutti gli effetti!

Come ben saprete, il contenuto utilizzato è quello dei video, che, spesso generano molti commenti e altrettante condivisioni.

Ottime le sponsorizzazioni all’interno o prima dei video.

Ultimamente, a seguito di lamentele da parte dei brand più noti (quelli che da soli generano il 50% del fatturato inerente alle inserzioni), Youtube ha messo mano al proprio algoritmo, creando distinzioni tra video “adatti ad un pubblico con età maggiore di 18 anni” e non.

Il problema però, a detta dei creator che popolano la piattaforma, sembra sia l’eccessiva “censura” esercitata dall’algoritmo (addirittura molto più pesante di quella che si può trovare nella tv Nazionale), che porterebbe la maggior parte dei contenuti nella fascia “senza restrizioni”, ovvero quella adatta a tutti, dove però le aziende non investono un soldo bucato.

Una bella gatta da pelare in casa Youtube:

troveranno un accordo?

In conclusione

Il social media marketing è qualcosa a cui oggi non si può rinunciare.

D’altra parte però, non va fatto senza avere le competenze giuste, altrimenti si rischia di avere l’effetto contrario a quello sperato!

Social media marketing si, ma fatto con professionalità e competenze.

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