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Pubblicità su Facebook: tutto quello che devi sapere

Come farsi pubblicità su Facebook? Quanto costa? Funziona? Ecco le risposte!

L’innovazione non si ferma, corre veloce, e Facebook questo lo sa benissimo.

Per capire quanto questo social network sia entrato prepotentemente nella vita quotidiana delle persone, basta pensare all’uso che ne facciamo, appunto, tutti i giorni, ma se questo non bastasse a rendere bene l’idea, affidiamoci ai numeri.

In Italia Facebook conta ben 30 milioni di utenti (almeno nel momento in cui scriviamo, il trend è sempre in crescita), di cui tantissimi utilizzatori da mobile (smartphone e tablet).

Il mobile merita un’attenzione particolare, perché gli utenti utilizzatori da smartphone e tablet ormai hanno superato, o forse sarebbe più appropriato dire che hanno letteralmente spazzato via, quelli da “desktop” (ovvero quelli che usano Facebook da un computer) ed il trend, anche in questo caso, è tutto in salita:

sui 30 milioni di utenti attivi ogni mese, ben 28 milioni accedono da un dispositivo mobile!

Gli utenti giornalieri sono 24 milioni, di cui il 52% sono uomini ed restante 48% donne.

Numeri impressionanti, che mandano un segnale preciso alle aziende ed ai liberi professionisti:

la pubblicità su Facebook è una grande opportunità di business..

Quanto costa la pubblicità su Facebook?

Prima di addentrarci sugli aspetti più interessanti di una promozione su Facebook, c’è da fare luce alla domanda che più ci viene fatta dalle persone, ovvero:

quanto costa fare pubblicità su Facebook?

A questa domanda in realtà non c’è una risposta precisa, perché la piattaforma è molto “flessibile” e permette di decidere all’inserzionista il budget da investire nelle campagne:

si può decidere di spendere da poche decine di euro, fino a migliaia di euro… a seconda delle proprie esigenze e delle proprie disponibilità.

E’ diverso se hai un centro estetico o un ristorante e devi comunicare alle persone che sono a 10 km da te che se vendi un prodotto come una scarpa per ragazzi da 15 a 25 anni. Nel secondo caso costa molto di più raggiungere più persone.

C’è da considerare comunque, che anche con cifre molto ragionevoli (parliamo di investimenti inferiori ai 100,00 € per campagna), si possono raggiungere ottimi risultati.

Ad ogni modo, la vera domanda da porsi è un’altra:

quali sono i fattori che influenzano i costi della mia campagna pubblicitaria su Facebook?

Sì, perché le campagne non hanno tutte lo stesso costo, ma sono influenzate da tantissimi fattori, tra i più importanti citerei:

  • il pubblico di riferimento (ovvero come viene targetizzato e quanto è “inflazionato”)
  • la qualità dei contenuti che si propongono per la promozione (un contenuto valido riuscirà a generare più facilmente interazioni, restituendoci un tasso di conversione migliore e, di conseguenza, un CPA [Costo Per Azione] minore)
  • il periodo dell’anno in cui si decide di promuovere (nei periodi festivi, come ad esempio il Natale, Pasqua o nel pieno periodo dei saldi, il CPA è sempre leggermente più alto, a causa dell’altissimo afflusso di inserzionisti e campagne pubblicitarie)

E’ finita qui?

No, perché al CPA bisogna poi calcolare il ROI (il ritorno dell’investimento), per farla semplice, ecco un esempio pratico:

se in una campagna Facebook investiamo 50,00 €, e generiamo 500 interazioni (ad esempio ricevere un contatto), il CPA sarà di 0,10 centesimi.

Se da queste 500 interazioni la nostra azienda (o noi stessi, liberi professionisti), ottiene 5 vendite da 50,00 €, il ROI sarà di 200,00 € (250, meno i 50 investiti).

Ovviamente ai costi della sponsorizzazione, vanno aggiunti i costi sostenuti per pagare chi ci cura tutta la strategia pubblicitaria, ma c’è un altro fattore rilevante da tenere in considerazione:

quando vendiamo qualcosa a qualcuno, creiamo una connessione, quindi possiamo fidelizzare il cliente, in modo da ricavare altri introiti nel tempo.

Pubblicità su Facebook: va bene la vendita, ma c’è qualcosa di più importante

Quando si lavora ad una strategia di marketing la vendita diretta non è l’unica cosa che conta, anzi!

C’è un altro fattore da tenere in considerazione:

l’engagement con l’utenza.

Lo scopo principale infatti, è quello di creare connessioni, per poi fidelizzare i futuri acquirenti, così da renderli coscienti della nostra (forte) presenza sul web.

Parliamo di marketing e re-marketing, e di come vendere più volte allo stesso utente (con upselling e prodotti correlati).

Perché si lavora tanto sull'”apparire”, sul rendere il nostro brand conosciuto e facilmente identificabile? (Indifferentemente che sia personale [personal branding] o aziendale).

Si fa tutto ciò perché sul web, ed ancor di più sui social network, l’utente ha una soglia di attenzione bassissima, unita ad una memoria davvero corta.

Cosa significa?

Significa che se Tizio vede il nostro annuncio oggi, e, tra i tanti, decide di cliccare proprio sul nostro (nel prossimo paragrafo vedremo anche perché i contenuti sono importanti per l’engagement), visiona i nostri prodotti sul nostro sito, ma ha intenzione di acquistare dopo qualche giorno, in quell’arco di tempo riceverà un bombardamento di contenuti e pubblicità varie, tali da fargli potenzialmente dimenticare la nostra azienda ed il nostro bel sito!

Per questo motivo è spesso importantissimo creare una promozione che non punti esclusivamente sul prodotto, ma che riesca anche a catturare l’attenzione dell’utente verso il nostro brand, la nostra azienda.

Una volta che l’utente si è connesso a noi possiamo mostrargli messaggi pertinenti nel tempo in quanto va ricordato che: Il cliente non compra quando noi siamo disposti a vendere ma quando lui è disposto a comprare e questa è una frase che dovresti imparare a memoria e scriverla sull’armadio di casa o sulla scrivania

L’importanza dei contenuti per la pubblicità su Facebook

Parlavamo dell’importanza dei contenuti in una campagna pubblicitaria su Facebook.

In una strategia di promozione su Facebook i contenuti assumono un ruolo di primaria importanza.

Immagini, video e testo, sul web, viaggiano a velocità altissime:

la soglia di attenzione dell’utente e di qualche secondo, dopodiché passa ad un altro contenuto!

La missione di chi crea un buon contenuto quindi, è quella di attrarre l’utente, farlo praticamente “fermare” su di esso in una manciata di secondi:

impresa ardua, ma possibile.

Con cosa si cattura l’attenzione di chi naviga il web, e, in questo caso, nello specifico il social network di Zuckerberg?

Le regole e le accortezze da seguire sono molte, ma, tra le più importanti troviamo sicuramente:

  • linguaggio semplice
  • testo breve, capace di racchiudere tutte le informazioni in poche righe (il dono della sintesi sui social è davvero buona cosa)
  • immagini di impatto
  • nel caso di video, nessuna sigla iniziale, bisogna subito mostrare il “piatto forte” (se proprio si vuole inserire una intro, indicativamente è bene restare sotto i 6/7 secondi, non di più)
  • diversificare i contenuti a seconda della sponsorizzazione che si sta facendo (ad esempio se stiamo sponsorizzando un ristorante, immagini e video di piatti pieni di prelibatezze avranno più engagement di un post solo testo)
  • Ecco un esempio di una pubblicità che abbiamo fatto per un Hotel di Rodi Garganico: 

Pubblicità su Facebook: qual è il nostro obbiettivo?

Come si imposta una sponsorizzazione su Facebook?

Innanzitutto bisogna capire qual è il nostro intento; Facebook ad inizio sponsorizzazione ci fa scegliere tra diverse opzioni, analizziamole.

Ecco le linee guida per scegliere l’obiettivo del tuo annuncio Facebook:

  • Raggiungi le persone vicine alla tua azienda: permette di mostrare l’inserzione agli utenti che si trovano nella tua area geografica.
  • Promuovi la tua Pagina: il focus è incentrato nell’aumentare i fan della pagina (della tua azienda o prodotto che sia).
  • Indirizza le persone al tuo sito Web: lo scopo principale è quello di indirizzare gli utenti sul proprio sito web.
  • Incrementa le conversioni sul tuo sito Web: orientata a far compiere una determinata azione agli utenti porta gli utenti sul tuo sito web (come acquistare un prodotto/servizio, “scoprire di più” o prenotare una camera d’albergo, una consulenza e via dicendo).
  • Metti in evidenza i tuoi post: permette la promozione di un singolo post già presente sulla tua pagina Facebook.
  • Ottieni installazioni della tua applicazione: focus incentrato nel far installare la tua applicazione, sia questa per Desktop o mobile non fa differenza.
  • Incrementa l’interazione con la tua applicazione: spinge gli utenti ad utilizzare la tua applicazione.
  • Ottieni visualizzazioni del video: porta le persone a guardare un video che hai deciso di caricare sulla piattaforma Facebook (quindi incremento delle visualizzazioni video).
  • Incrementa la partecipazione al tuo evento: sponsorizza un evento specifico, cercando di far partecipare le persone (utilissimo per esempio, tra i tanti utilizzi, per creare una buona affluenza ad una nuova apertura di un locale).
  • Fai in modo che le persone richiedano la tua offerta: permette la creazione di un’offerta che potrà essere utilizzata nel tuo negozio fisico o online (anche questa soluzione è molto interessante, perché si basa su di un principio cardine del marketing: il “principio della reciprocità”, ovvero, io ti offro qualcosa, tu mi offri la tua presenza/fiducia nell’acquisto).

    Ma Facebook funziona sempre?

  • La risposta è NO, sarebbe bello, ma non è così.La prima cosa da capire è che Facebook, come Google Adwords o qualunque altro strumento di web marketing, è un amplificatore della tua azienda offline.Spiegato nella maniera più diretta e semplice possibile?Significa che se hai un hotel sporco con il personale sgarbato, le persone una volte entrate dentro scappano a gambe levate, con il web marketing succederà la stessa identica cosa! Con la differenza che le persone a fuggire saranno molte di più; con Facebook: acquisirai più clienti e ne perderai di più.Al contrario, se la tua attività funziona bene offline, funzionerà bene anche con i contatti che provengono dall’online.

    Se hai un ecommerce che non vende, nonostante fai pubblicità “fatta bene”, Facebook non farà comunque decollare le tue vendite (prima bisogna domandarsi perché non si vende, individuare i problemi e risolverli).

    Se già vendi bene o sei sulla strada giusta, Facebook diventerà il tuo alleato numero 1.

    Se Poi ci sono anche attività specifiche dove Facebook non funziona come per esempio un fabbro che cambia le serrature. In questo caso se rimango chiuso fuori casa la prima cosa che faccio cerco su google (è una domanda consapevole) non vado a cercarlo su Facebook.

Consigli pratici per gestire le campagne su Facebook

Post targetizzati

Il primo passo da fare quando si decide di fare pubblicità su Facebook e quindi avviare una campagna, è quello di targetizzare il proprio pubblico.

Facebook ci permette di individuare le persone potenzialmente interessate a ciò che abbiamo da offrire, attraverso la selezione di diverse variabili, come ad esempio il sesso, l’età, l’area geografica e gli interessi.

Riuscire a creare un identikit delle nostre “buyer personas” risulta fondamentale ai fini dell’efficacia della promozione.

Un esempio pratico.

Se abbiamo deciso di fare pubblicità su Facebook, per promuovere il nostro nuovo negozio di abbigliamento per bambini aperto al centro di Roma, andremo ad identificare le nostre buyer personas, selezionando tutti i genitori con figli fino a 12 anni (è la fascia di età massima che il nostro negozio copre), residenti entro 20 km dal centro di Roma (è il pubblico geografico più incline a poterci raggiungere, visto la nostra posizione), con interessi verso i marchi Naturino, Primigi e Falcotto (sono i Brand di punta che vendiamo all’interno del nostro negozio).

In questo modo avremo una campagna altamente targetizzata, con grandi possibilità di tassi di conversione elevati.

La rotazione delle inserzioni

Il “vecchio” non piace all’algoritmo di Facebook, e non piace nemmeno agli utenti!

Qualche capito fa parlavamo di contenuti di qualità, ebbene, non basta creare un solo contenuto di qualità, ma occorre lavorare su diverse soluzioni.

La rotazione delle inserzioni è importantissima:

fornendo più di una soluzione, l’algoritmo sarà più propenso a mostrare la nostra inserzione (questo significa che potenzialmente il CPA viene contenuto, tendenzialmente si abbassa), e gli utenti vedranno sempre un contenuto nuovo, il che è altrettanto importante, calcolata la velocità (pazzesca) con la quale un contenuto sul web diventa “vecchio”.

Suddividere gli ADS 

Altro passo importante è quello di suddividere gli ADS per capire quali funzionano di più e quali meno:

ad esempio potremmo decidere di avviare la stessa campagna prima facendola visualizzare solo su mobile e poi su desktop, oppure solo agli uomini e poi alle donne, ad una determinata fascia di età e ad un’altra… insomma, le possibilità sono tante e trovare la formula giusta ci permetterà di risparmiare sul CPA ed ottenere maggiore engagement.

Analizzare i risultati

Un punto strettamente legato a quello precedente:

pensare di creare “la campagna perfetta” è forse un qualcosa di troppo ambizioso, la perfezione non ci è data raggiungerla, ma possiamo sempre migliorare il nostro lavoro… come?

Creando più campagne con lo stesso intento, solo così avremo a disposizione dati attendibili sui quali effettuare le nostre valutazioni (in gergo tecnico, tutto ciò si traduce in un termine specifico: “A/B Test”).

Semplicemente creeremo  2 o 3 campagne diverse che hanno però in comune lo stesso obbiettivo.

Queste avranno però impostazioni di targetizzazione differenti, e verranno attivate singolarmente per un determinato periodo, assicurandoci che tutte abbiano le stesse fasce orarie e che nessuna sia inserita in condizioni diverse dalle altre (se la prima campagna è stata testata durante il mese di novembre, la seconda non può essere testata nel mese di dicembre, perché avrebbe condizioni totalmente differenti, causa le feste Natalizie).

A “giochi fatti”, non ci resterà che analizzare i risultati e determinare quale delle campagne precedentemente attivate ha reso meglio, in termini di CPA e quindi di ROI.

Il consiglio è di non accontentarsi mai e cercare di migliorarsi sempre, studiando nuove strategie di targetizzazione volte a portare di volta in volta risultati migliori.

Pubblicità su Facebook e pubblicità in tv: la differenza del target

Abbiamo portato a termine un’infinità di promozioni, di tutti i settori, dai pub ai ristoranti, passando per agenzie assicurative, alberghi, negozi di moda, materiale tecnico, palestre, centri estetici, e-commerce di ogni genere… e tutti, chi più chi meno, hanno ottenuto dei risultati importanti.

La pubblicità su Facebook abbatte lo scoglio dell’esborso spropositato di denaro con il quale si deve fare i conti con la tradizionale pubblicità in tv, ma non si limita a questo, va ben oltre.

La possibilità di targetizzazione del pubblico che offre Facebook, uno spot in tv può solo sognarselo:

uno spot pubblicitario viene lanciato in una determinata fascia oraria o al massimo targetizzato in base al programma televisivo di turno.

Ciò vuol dire che se io azienda sto pubblicizzando dei pannolini per bambini, scelgo di lanciare il mio spot in prima serata durante la “pausa” di una trasmissione, citandone una a caso, prendiamo ad esempio “Striscia La Notizia”, ottenendo il risultato di prendere una fetta di persone molto variegata.

Il mio target ideale sarebbe composto da genitori con figli neonati, ma Striscia La notizia, benché sia una trasmissione potenzialmente “family addicted”, non è guardata solo da genitori con figli neonati, bensì da genitori con figli adolescenti e adulti, persone anziane, single, etc etc.

Ecco quindi che il mio budget investito va in gran parte in fumo! Un pubblico non interessato al mio prodotto che guarda il mio spot è semplicemente “fuffa”!.

Con la pubblicità su Facebook, come abbiamo già visto, tutto questo non accade, perché il pubblico di riferimento sarà composto, per tornare sull’esempio dei pannolini, solo da genitori con figli neonati (ovviamente dovremo essere bravi con la targetizzazione).

Ti faccio un esempio pratico per una campagna che abbiamo fatto per un cliente per farti capire come targettizzare con Facebook Ads:

L’obbiettivo era vendere camerette, quindi se ragioniamo un attimo insieme chi compra camerette? sicuramente una persona che è sposata o convive che è il dolce attesa. Dove? in media le persona percorrono massimo 30 km per acquistare Cucine/living ecc.. eta media? In media 25/40 anni circa. Quindi basta fare un annuncio che punti alle persone sposate o conviventi che vivono entro 30 km dal mobilificio di età compresa tra i 25 e i 40 anni. Se vogliamo essere proprio pignoli sono più le donne che gli uomini che cercano le camerette 😉

Pubblicità su Facebook e pubblicità in tv: pubblicità attiva e pubblicità passiva

Le differenze tra le 2 formule di pubblicità non si limitano soltanto al budget e alla targetizzazione, esiste infatti un terzo elemento di assoluta importanza che contraddistingue la pubblicità su Facebook da quella più tradizionale (facciamo sempre l’esempio della tv, ma lo stesso discorso vale per quella cartacea):

l’interazione.

Sul social network abbiamo una pubblicità attiva:

gli utenti posso interagire con l’inserzione commentando, manifestando la propria approvazione con un “mi piace” o uno “smile”, condividendo il contenuto; nella pubblicità classica invece la persona non ha queste possibilità, infatti ci troviamo davanti ad una pubblicità passiva, dove la persona subisce la promozione senza possibilità di interagirvi nell’immediato.

Questo è un aspetto davvero da non sottovalutare, perché l’interazione, oggi, è il cuore della pubblicità, e la forma più classica di questo meraviglioso e complicato mondo ha perso terreno (ma non solo la pubblicità, proprio la tv in generale, così come la stampa cartacea, stanno subendo un gran ridimensionamento a causa del web).

Pubblicità su Facebook: tirando le somme

Ad oggi possiamo affermare con estrema sincerità e certezza, che la pubblicità su Facebook è forse il canale migliore che si possa utilizzare, più di qualsiasi altro social network e, tenendo conto anche delle cifre da dover investire, migliore anche di qualsiasi spot in tv.

La completa targetizzazione che permette il social di Zuckerberg è un gradino sopra rispetto a tutti gli altri social disponibili in rete, ed il CPA è mediamente più basso (ad esempio fare pubblicità su Twitter costa molto di più).

C’è da tenere in considerazione però una cosa:

Facebook Ads è solo uno strumento con il quale lavorare, non è “la pubblicità”.

La buona riuscita di una campagna è suddivisa in tre parti, a nostro avviso:

33,33% strumento utilizzato, 33,33% contenuti e 33,33% targetizzazione e aspetti tecnici legati alle conoscenze del marketing.

Cosa vuol dire tutto ciò?

Vuol dire che utilizzare Facebook Ads non equivale automaticamente ad ottenere ottimi risultati; è come se affermassimo che utilizzando una cucina professionale, automaticamente la pietanza cucinata sarà squisita! Ci sono decisamente altri fattori che contano, no? La bravura del cuoco e la qualità degli ingredienti.

Ecco, con la pubblicità funziona proprio come per l’esempio della pietanza squisita:

la cucina attrezzatissima è Facebook Ads, gli ingredienti prelibati devono essere i contenuti proposti, e la bravura del cuoco, metaforicamente equivale alla bravura di chi amalgama il tutto e si occupa di tutti gli aspetti più tecnici e legati a meccaniche/logiche di marketing.

Tirando le somme:

la pubblicità su Facebook funziona benissimo, bisogna soltanto saperla strutturare nel modo giusto (con le giuste competenze).

Ecco un’infografica che riassume i vantaggi della pubblicità su Facebook (clicca per ingrandire).

pubblicità su facebook

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